La Repubblica Democratica del Congo in ginocchio tra malattia e fame
L’impegno per un intervento immediato
Non è facile spiegare la necessità impellente di un ambulatorio nel quartiere di Masina III, un quartiere periferico ed estremamente povero della capitale Kinshasa. Un ambulatorio che rispetti i criteri d’igiene basilari per far fronte alle condizioni di salute della popolazione congolese.
Non parlo di un centro ospedaliero all’avanguardia con chirurgia, cardio-pneumatologia e neurologia. Ma di un centro che possa salvare vite con poco, in grado di far fronte a quelle malattie molto diffuse ma facilmente curabili, che in questa parte del mondo, estremamente povera e bisognosa, restano una sfida ancora grande.
L’ambiente in cui viviamo non agevola le condizioni di salute già precarie della popolazione: discariche a cielo aperto, acqua stagnante, latrine aperte, rifiuti utilizzati per riempire buchi nelle strade di sabbia; tutto ciò significa zanzare, mosche, batteri, parassiti, funghi e vermi, il tutto aggravato da una vita condotta esclusivamente all’aperto. Quasi tutte le attività si fanno all’esterno, dal cucinare, al lavare i panni; i bambini giocano per strada e le attività di vendita dei prodotti (alimentari e non), si svolgono sulle stradine “da presepio” del quartiere: tutti esposti ai vari elementi aggressori.
Maggiormente a rischio sono i bambini; ogni anno scolastico, la scuola piange alunni che abbandonano per sempre i banchi di scuola. E quello che gli alunni hanno imparato meglio di tutto è assumere il dolore della perdita. Alla domanda sulla causa della morte, la risposta comune è la febbre, mal di testa, diminuzione del sangue.
Avere un centro sanitario consentirebbe di curare i bambini prima che sia troppo tardi
Sono stata la responsabile della scuola della Libertà per 5 anni, e ho contato tutte le lacrime versate e le vite perdute, soprattutto nella scuola materna e elementare, minimo tre bambini ogni anno. Sono infermiera di formazione e questa parte di me sa che si può fare qualcosa.
Avere un piccolo centro sanitario consentirebbe di curare i bambini prima che sia troppo tardi, in modo responsabile e attento; potremmo combattere la malaria, le infezioni, parassiti, vermi e varie malattie endemiche.
Potremmo evitare che dei bambini muoiano a causa di una diarrea. Potremmo avere un luogo per fare educazione alla salute anche ai genitori dei bambini, ed evitare che le malattie “delle mani sporche” continuino a regnare in questo ambiente, perché si muore per una febbre tifoidea con perforazione dell’intestino. Potremmo curare una carie dentale, perché finisce spesso in setticemia, così come un’infezione alla gola. Potremmo medicare le ferite, prima che si infettino gravemente. Potremmo lottare contro le anemie. Potremmo allungare la speranza di vita di questi bimbi, che comunque non smettono di sorridere.
L’appello è lanciato a tutti gli uomini di buona volontà, per lottare contro le malattie endemiche che ancora esistono in questo paese, e in questo quartiere in modo
particolare, dove sono la prima causa di mortalità infantile. Costruire un centro sanitario vuol dire donare ai più vulnerabili la possibilità di vivere!
Alessandra Ferrante
Responsabile Missione RDC
Aiutaci a costruire un Centro Sanitario
nel quartiere di Masina III, per donare salute e speranza ai più piccoli e poveri