Un viaggio che ti cambia dentro e ti arricchisce la vita
Donare amore per ricevere amore
Voglio raccontare di un viaggio che ti cambia dentro, un viaggio intenso che ti fa pensare a quanta fortuna abbiamo, senza rendercene conto, ormai abituati a tutte le nostre comodità e sicurezze.
Mi chiamo Maddalena Lapi, ho 25 anni e vivo a Borgo San Lorenzo (FI). Ho voluto fare questo viaggio per 2 motivi: rivivere un’esperienza fatta nel 2007 con i miei genitori che portarono me e le mie sorelle in Costa D’Avorio per 10 giorni ospiti della Missione cattolica di don Poggiali. Ho dei ricordi bellissimi di quel viaggio, tanto che quando arrivò il giorno della partenza piansi tantissimo. Ma ero piccola, avevo solo 12 anni e molti ricordi si sono sbiaditi nel tempo. E poi perché mia sorella, Emanuela, aveva già fatto due viaggi in Congo e mi ha sempre raccontato che sono stati un’esperienza unica, piena di gioia, amore ma anche di sofferenza emotiva. Così dopo la laurea in “Scienze Motorie, Sport e Salute” a Firenze ho deciso di accompagnarla nel suo terzo viaggio. Avevamo conosciuto la Missione Amore e Libertà da don Leonardo De Angelis, ex sacerdote di Borgo San Lorenzo, che spesso ci aveva raccontato dei suoi viaggi missionari in Congo. Emanuela per prima si è recata nella sede di Impruneta della Comunità Amore e Libertà, per conoscere una parte della famiglia, ma quasi tutte le volte dopo sono andata con lei. Ci ritrovavamo per ascoltare la Messa tutti insieme o cenare in compagnia e io da subito mi sono sentita parte della famiglia Amore e Libertà. Ho conosciuto don Matteo Galloni e Francesca Termanini, i fondatori senza i quali la Comunità stessa e la Missione in Congo non esisterebbero. Penso che siano due persone eccezionali, capaci di essere padre e madre di una grande famiglia con ragazzi diversi tra loro ma tutti ugualmente amati. Don Matteo ha una grande personalità, intelligenza e soprattutto amore; mi ha fatto sentire fin da subito una persona speciale, mi ha fatto riavvicinare al Signore e per questo lo ringrazierò sempre.
Una delle cose che mi ha colpito fin da subito è stato il senso di unità di questa grande famiglia: nonostante non abbiano lo stesso sangue che li unisce hanno in comune un gran cuore. Durante la prima cena ero un po’ imbarazzata, ero seduta in un tavolo di circa 20 persone, di cui non conoscevo nessuno. La paura però è durata poco, don Matteo chiese a tutti i ragazzi, compresa me, di presentarsi, così ho scoperto che alcuni di loro frequentavano l’Università di Firenze e da subito abbiamo iniziato a chiacchierare.
Da subito mi sono sentita parte della famiglia Amore e Libertà
Il 12 gennaio 2020 io e Emanuela siamo partite da Firenze con il volo delle 6, destinazione Kinshasa. Arrivammo molto tardi a causa di un guasto aereo. La prima cosa che notai non appena atterrate fu il clima. Ovviamente sapevo che saremmo andate al caldo ma arrivare alle 23 di sera e sentire un’afa tanto forte mi ha stupita. Una volta arrivate in Missione, insieme a don Matteo e Gabriella che erano venuti a prenderci, una mandria di bambini ci ha travolte, correvano incontro ad Emanuela per salutarla. La mattina dopo don Matteo ci ha portate a visitare la scuola: mi è piaciuta tantissimo! Tutti i bambini erano molto ordinati, indossavano la stessa divisa e io ho tenuto lezioni di educazione fisica in ogni classe della scuola, grazie anche al supporto di Emanuela e Yvette che mi hanno fatto da traduttrici e assistenti. Mi sono divertita moltissimo, è stata un’esperienza incredibilmente formativa che mi ha dato tante idee che spero un giorno di poter realizzare. Mi porterò sempre nel cuore le giornate a Kimpoko, un piccolo paese vicino Kinshasa dove da anni la Comunità Amore e Libertà lavora per sviluppare nuovi progetti di aiuto alla popolazione locale. Il posto è bellissimo, completamente immerso nella natura con un fiume che attraversa il paese. Lì, le giornate erano dedicate alla preghiera, ma era consuetudine andare prima di pranzo al fiume per rinfrescarsi. Nuotare con i bambini è stata una delle attività più belle e faticose che abbia mai fatto; dopo il momento iniziale in cui ci si lasciava trasportare dall’acqua, si doveva tornare indietro e nuotare contro corrente con tanta energia.
Per me l’Africa è una ricarica di amore e gioia
Mi porterò sempre nel cuore le giornate a Kimpoko, un piccolo paese vicino Kinshasa dove da anni la Comunità Amore e Libertà lavora per sviluppare nuovi progetti di aiuto alla popolazione locale. Il posto è bellissimo, completamente immerso nella natura con un fiume che attraversa il paese. Lì, le giornate erano dedicate alla
preghiera, ma era consuetudine andare prima di pranzo al fiume per rinfrescarsi. Nuotare con i bambini è stata una delle attività più belle e faticose che abbia mai fatto; dopo il momento iniziale in cui ci si lasciava trasportare dall’acqua, si doveva tornare indietro e nuotare contro corrente con tanta energia.
Un segno profondo lo hanno lasciato anche i bambini dell’orfanotrofio, che ho visitato insieme a Naomie. La casa composta da solo 3 stanze era abitata da 20 bambini circa, tutti di età diversa. Appena arrivate ci siamo presentate e abbiamo regalato loro delle caramelle e dei pennarelli. Era assurdo come nonostante le tante difficoltà che avevano vissuto non avevano perso il sorriso e la gioia di continuare a vivere. Uno dei bambini era un bravissimo disegnatore, ci ha regalato alcuni dei suoi disegni più belli che ancora conservo preziosamente. Ma c’è stato un momento in cui mi si è stretto forte il cuore, quando ho scoperto che François, che apparentemente sembrava avere soli 2 anni, in realtà ne aveva 5: era affetto da una forma molto grave di malnutrizione.
Questa strana sensazione mi ha accompagnata durante tutto il viaggio in Congo. Mi sentivo bene quando camminando tra le bancarelle del mercato le persone mi sorridevano e mi chiedevano come stavo, ma mi si rimpiccioliva il cuore nel vedere tanta povertà e miseria, i bambini dormire per strada senza poter andare a scuola. Mi è stato chiesto se una volta tornati in Italia si sente davvero il mal d’Africa. Io posso dire che per me l’Africa è una ricarica di amore e gioia. Quando sono stata in Costa D’Avorio, in Marocco e in Congo ho avuto la sensazione di ricaricare il mio cuore di questi sentimenti, di vivere le emozioni al 100%, dimenticando tutto il resto.
Tornare a Borgo San Lorenzo è sempre stato molto strano. La vita torna alla solita routine, doccia calda sempre disponibile e pasti caldi e diversi ogni giorno. Ma ad essere cambiato è il mio cuore che mi fa apprezzare di più ogni piccolo aspetto della vita quotidiana, dando maggior peso a quello che per me conta veramente: le persone. Quindi sì, posso dire che il mal d’Africa lo sento, come tutti coloro che vanno lì con il cuore aperto, libero e pieno di amore da dare e ricevere.
Ho lasciato un pezzo del mio cuore alla Missione Amore e Libertà e spero proprio un giorno di andare a riprenderlo!
Maddalena Lapi
Volontaria Amore e Libertà