Omelia del 10 ottobre 2019
Giovedì XXVII – Ml 3, 13-20a; Lc 11, 5-13
San Luca ci riporta che Gesù rivela la preghiera del Padre nostro e poi con delle parabole e degli esempi continua a spiegarci come la RELAZIONE di preghiera con Dio deve essere di profonda amicizia FILIALE e poi ci indica le cose più importanti da chiedere: da qui la parabola dell’amico “Invadente”.
Allora ribadisco che nella vera preghiera ci sono questi tre fondamenti: convertirci per trasformare la nostra concezione e abitudine di PREGARE basandola sull’instaurare con Dio un rapporto di AMICIZIA, di FIGLIOLANZA e imparare a chiedere la COSA più importante: LO SPIRITO SANTO!
Nel discorso di Gesù è anche sottolineato che dobbiamo ritornare ad avere la mentalità dei bambini; “Il mio amico Gesù”, “Dio come Papà”, “Dio è PADRE NOSTRO…”.
Amicizia e familiarità sono indicate quali le cose più importanti per poter vivere la preghiera del “Padre Nostro” che Gesù ha appena rivelato e sta ora spiegando.
L’insegnamento della preghiera passa per l’AMICIZIA-FAMILIARITA’-INVADENZA e INSISTENZA nel chiedere, domandare, come fanno i bambini: “Babbo, mamma…”
Il Divino Maestro non finisce mai di stupirci: il messaggio teologico più forte sulla PREGHIERA passa per una parabola legata alla vita comune all’interno di una vita familiare ordinaria nella quale il rapporto intimo di fiducia-amicizia-familiarità permette di essere “Invadenti”; questo è il modo di pregare per il Divino Maestro:
“Amico prestami tre pani… Vi dico, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua INVADENZA si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono”.
Poi abbiamo la rivelazione teologica che spiega la prima parabola:
“Ebbene io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.”
La PREGHIERA è anche CERCARE, CHIEDERE E BUSSARE con insistenza e invadenza.
INVADENZA che normalmente ha una accezione negativa, in questa parabola assume un significato “positivo” perché legata all’amicizia-intimità.
È Gesù a rivelarci che il Padre e Lui vogliono figli intimi e amici e non vi è problema se siamo invadenti. Su questo concetto ritorna Gesù:
“Il regno dei Cieli patisce violenza e sono solo i violenti che se ne impadroniscono”.
E Clemente Alessandrino si affretta a spiegare:
“Questa è l’unica forma di violenza che Dio gradisce”.
La seconda parabola ci incoraggia perché Gesù ci fa riflettere che anche le persone “cattive” danno cose “buone” alle persone a cui sono unite da un legame di familiarità-amicizia e che quindi Dio è innanzitutto Padre e per giunta è BUONO, DA’ SEMPRE LE COSE BELLE, BUONE e UTILI ai suoi FIGLI agli AMICI.
Ma Gesù vuole farci comprendere qual è la cosa più preziosa che Dio desidera donare ai figli-amici che gliela chiedono:
“Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo, darà lo SPIRITO SANTO a quelli che glielo chiedono?”
Vi chiedo: quanto, come e con quale insistenza noi domandiamo la cosa più importante, cioè lo SPIRITO SANTO al Padre e al Figlio?
Gesù è molto chiaro: il recitare il Padre Nostro diventa preghiera se è UNA RELAZIONE DI AMORE vissuta nello SPIRITO SANTO. SENZA SPIRITO SANTO noi diciamo, recitiamo delle formule, LA PREGHIERA CRISTIANA È NELLO SPIRITO SANTO.
È LO SPIRITO SANTO CHE CI FA ENTRARE NELL’AMICIZIA-FAMILIARITA’ CON DIO.
Vi invito a fermarvi: ma quando recitiamo il Padre Nostro ripetiamo vuote parole o cerchiamo di entrare in una RELAZIONE familiare di amicizia don Dio tramite il DONO dello Spirito Santo?
Vi invito a fermarvi e recitare con queste indicazioni il Padre Nostro: “Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua….”
PER questo subito dopo aver insegnato il Padre Nostro, il Divino Maestro ci fa riflettere che dobbiamo pregare come fa Lui: Gesù si rivolge al Padre CON INSISTENZA nello Spirito Santo con familiarità e amicizia chiamandolo Abbà, Papà!
Ma la nostra relazione con Dio è di fiducia–amicizia–familiarità nello SPIRITO SANTO “Che è Signore e dà la VITA”, come professiamo nel Credo?
LA PRIMA LETTURA ci aiuta a evidenziare un altro aspetto della preghiera: siamo a volte portati a perdere di speranza quando vediamo che ai cattivi sembra andare tutto dritto, mentre a noi che ci sforziamo di essere buoni, onesti e fedeli tutto va male, storto e a rovescio…
Questo indica che la nostra RELAZIONE con il Padre è da cambiare e migliorare: siamo sì figli, ma siamo come quei figli che al Padre, alla Madre domandano solo cose materiali e pretendono se sono bravi di avere gratificazioni, doni, cose materiali: NO! Dio Padre vuole essere AMATO nella Libertà perché l’AMORE CERCA e vuole solo AMORE ed ESSERE AMATO E RIAMATO: le cose materiali che servono per vivere ci saranno date, ma non si va da Dio, non si va dal Padre o dalla Madre divini (e umani!!!) solo per chiedere: “dammi, dammi, dammi”!
““Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. (Matteo 6,33)
Noi cosa chiediamo “prima”?
In Dio cerchiamo e chiediamo solo cose umane e materiali?
NO! Dobbiamo “Bussare alla porta del Padre” celeste per avere il Regno dell’AMORE di Dio in terra e poi chiedere che ci invii in abbondanza lo SPIRITO SANTO per fare autentica e bella la nostra preghiera!
Infatti Dio, tramite Malachia, ci risponde che arriva il Regno dei Cieli in terra:
“Ecco infatti sta per venire il giorno rovente come un forno…per voi, che avete timore per il mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia”.
La vera preghiera è sempre animata dal fuoco ardente dello SPIRITO SANTO che ci spinge alla conversione-trasformazione.
Il Signore nella prima lettura ci rassicura e ci incoraggia: non dobbiamo perdere la SPERANZA, dobbiamo avere FIDUCIA:
“Il SOLE di GIUSTIZIA sorgerà con raggi benefici” per coloro che AMANO il Signore e sono FIGLI che rendono presente nella storia la PRESENZA del Dio che SALVA!
La liturgia di oggi ci insegna che lo SPIRITO SANTO arde come FUOCO che ci permette di rinnovare continuamente la fiamma della nostra PREGHIERA, che non si arrende mai e che continua a bussare con “insistenza” senza paura di disturbare perché siamo spinti da un AMORE per Dio e per il prossimo bisognoso di “pane”, di affetto, di accoglienza che supera i limiti della convenienza e delle forze umane…
In altri termini: chi parte dalla preghiera del PADRE NOSTRO vede Gesù nel prossimo bisognoso e, coinvolto dall’AMORE DIVINO, NON SI ARRESTA FINCHE’ “LE ATTESE DELLA POVERA GENTE” (La Pira), TROVANO UNA RISPOSTA ADEGUATA.
QUESTA è la forza dello SPIRITO SANTO che anima ciascuno di noi a compiere in Dio nella storia di ogni giorno, cose, opere di amore e solidarietà e comunione, umanamente impensabili e razionalmente impossibili.
La vera preghiera è sempre TRANSFORMANTE: IL CONTATTO CON DIO CI CAMBIA. Se, dopo aver pregato, non cambia in meglio la nostra vita con nuove relazioni di bontà, accoglienza, solidarietà, amore e misericordia, vuol dire che NON ABBIAMO PREGATO BENE PERCHE’ CHI ENTRA IN CONTATTO CON L’AMORE, DALL’AMORE VIENE CONTAGIATO E TRASFORMATO IN MEGLIO.
Vi invito oggi a fermarvi per riflettere ed esaminare la nostra preghiera: chiediamo a nostro Padre con insistenza la cosa più bella, “la parte migliore” che è il DONO DELLO SPIRITO SANTO, LA PERSONA AMORE che procede dal Padre e dal Figlio Unigenito per farci entrare da FIGLI di Dio nella stupenda nostra FAMIGLIA che è la famiglia TRINITARIA?